Nati con la cultura

mamma e bambino al museo

È noto, fin dalla celeberrima inchiesta di Pierre Bourdieu del 1969 (L’amour de l’art. Les musées d’art européens et leur publique), che la confidenza con l’ambiente del museo nell’età dell’infanzia è il presupposto essenziale per un utilizzo dei servizi culturali in età adulta.

Negli ultimi anni la medicina e il mondo sanitario hanno riaffermato il ruolo dei bisogni legati alla sfera delle discipline umane (arte, storia, filosofia) come nuovi strumenti per “fare salute”, per trovare modi innovativi per parlare di cura, per rifondare anche la lingua della pratica clinica.

Le Medical Humanities delineano un orizzonte in cui l’arte promuove il cambiamento dell’essere medici, pazienti, operatori, cittadini, recuperando le radici umanistiche della scienza medica, quell’umanesimo che coniuga rispetto, ascolto, spirito critico, speranza e solidarietà.
Nelle istituzioni sanitarie si aprono reparti che coinvolgono artisti nei processi di cura e vengono avviati programmi di ricerca per studiare gli effetti dell’arte sulla mente come via di conoscenza della malattia e delle sue possibilità di guarigione o di cura.

Le scoperte delle neuroscienze fanno da apripista a questo cammino. Negli ospedali, si narra, si compone, si dipinge, si suona, si danza, si fa teatro.
Come attestano le ricerche scientifiche – dalle neuroscienze, alla Pnei (Psico, Neuro, Endocrino, Immunologia), all’epigenetica – la qualità dell’ambiente influisce positivamente sul processo di cura e di guarigione e lo favorisce, riducendone i tempi. La partecipazione culturale attiva fa parte di sani stili di vita, contribuendo alla prevenzione di una pluralità di patologie, a partire da quelle cardiache, soprattutto nella popolazione femminile.

Nel 2010 il governo della Finlandia ha varato il programma nazionale Taiku – Arte e cultura per la salute e il benessere della popolazione, con il quale la cartella clinica di ogni paziente ospedalizzato è integrata da un progetto culturale concordato sulla base dei bisogni specifici della persona. Nel mondo anglosassone possiamo trovare frequenti casi in cui la Cultura è “on presciption”, ovvero è parte integrante della Cura.

La strategia 2014-2020 dell’Unione Europea attribuisce alla cultura un ruolo trasversale che informa tutti gli assi delle diverse politiche, comprese quelle sanitarie.

Anche in Italia, la relazione Arte e Salute ha una storia di studi, ricerche ed esperienze significative sul campo. Allo stesso tempo molti ospedali e luoghi di cura promuovono azioni e progetti di miglioramento degli ambienti integrando l’arte negli spazi quotidiani dei pazienti, per sostenere e potenziare il processo di cura.

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L’Ospedale Sant’Anna di Torino, il più grande e antico centro ginecologico ed ostetrico d’Europa, sta cambiando volto grazie alla Cultura, con progetti sviluppati da una piattaforma che coinvolge nella ricerca applicata oltre quaranta istituzioni culturali, mobilitate dalla Fondazione Medicina a Misura di Donna Onlus, realtà nata dalla società civile per cooperare con le istituzioni nell’umanizzazione della cura e dei suoi luoghi. Tra questi progetti sul campo, il “Cantiere dell’Arte” a cura del Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli Museo di Arte contemporanea sta trasformando visivamente,  progressivamente i luoghi in un giardino, attraverso azioni di pittura collettiva; le “Vitamine musicali” abbracciano i reparti, partendo dal benvenuto alle nascite, grazie a oltre 130 artisti, provenienti da tredici istituzioni culturali, coinvolti in un anno in circa 100 appuntamenti.

Su queste premesse è stato ideato Nati con la Cultura: il progetto prende avvio dal principio che l’Arte può trasformarsi in una grande risorsa di benessere, rigenerazione e potenziamento creativo per tutti gli esseri umani, a partire dai primi anni di vita, i primi mille giorni dal concepimento, determinanti nello sviluppo della personalità, secondo quanto asseriscono gli psicologi interazionisti e del patrimonio neuronale, secondo i biologi.

Ma in che modo è possibile far incontrare il mondo delle famiglie con il museo? In che modo il momento della maternità e della paternità può essere associato a un’opportunità educativa che può trasformarsi in valore per la vita futura dei bambini? Come il museo e il mondo sanitario possono accompagnare le responsabilità genitoriali?

Fondazione Medicina a Misura di Donna e Palazzo Madama hanno cercato una prima risposta a questi interrogativi con un percorso che unisce il luogo della nascita a uno dei simboli culturali della città di Torino: un progetto di accoglienza museale destinato alla fascia 0-1 anni e di accoglienza delle famiglie. E’ da qui che nasce il progetto Nati con la Cultura.